Volla. Il Sindaco ha ritirato le dimissioni ed è ritornato in carica, ma sull’amministrazione comunale pesa la scure del Dissesto Finanziario. 

Il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco era nell’aria rovente di quest’estate. Le “Dimissioni Ritirabili” ormai a Volla sono diventate un’abitudine.
Già in passato diversi Primi Cittadini hanno scelto questa possibilità. Si usano come una sorta di “spauracchio” verso i componenti della maggioranza uscita dalle urne, per non cedere a ricatti politici o a richieste assurde. Poi, come di consuetudine, vengono ritirate. Infatti, mai nessun sindaco le ha mantenute. Esse rappresentano una specie di prova di magia nel teatrino sopravvalutato della politica vollese, senza mai portare a cambiamenti significativi o a rivoluzioni nella gestione della cosa pubblica.

Di chi è la colpa?

Ma di chi è la colpa del fatto che a Volla, e non solo, la politica non è capace di concludere nulla di buono, neanche un ciclo legislativo?
Si, c’è anche chi in passato è riuscito a farlo, ma comunque senza determinare significativi cambiamenti o miglioramenti per i cittadini.

Notizia clamorosa è che c’è stato qualcuno che ha dato la colpa di tutti i fallimenti della gestione amministrativa della politica vollese al “Piano Regolatore” (fermo da più di 30 anni), cioè alle costruzioni.
In altri termini, essendo la nostra cittadina esclusa dalla zona rossa, caratterizza dal divieto assoluto di costruire, l’azione politica è diretta quasi esclusivamente verso il “mattone”. Invece, i politici dei paesi inseriti in tale zona possono dedicarsi anche ad altre faccende più nobili, come ad esempio a fornire servizi.

Incapacità, vero problema

Mai nessuno ha indicato come causa principale l’incapacità dei politicanti. Questa è la vera ragione, laddove per “politicanti” si intendono tutti quelli che hanno incrociato nella loro vita la politica e l’amministrazione delle città (compreso il sottoscritto, in un breve periodo dal 2002 al 2004 ndr). Amministrare una città non è cosa per tutti. Intanto è un privilegio. È un mestiere molto difficile che dovrebbe essere riservato a pochi “eletti”, dove per “eletti” non s’intende chi prende i voti, ma gente seria, preparata, adeguata, formata, soprattutto che la smetta di dire “per il bene del paese”… lo slogan più utilizzato dai politicanti.
Eletti nel senso di Gente senza interessi specifici individuali, corporativi, economici.

Ma questo non accade nella realtà. In nome della “democrazia delle elezioni” tutti possono andare ad amministrare il bene pubblico. Tutti! Basta convincere qualche centinaio di persone tra amici, parenti, conoscenti, oppure fare favori, per ottenere la patente di guida per l’amministrazione di una città. Poi, se pure si è incompetenti, ignoranti, affaristi non importa: si ha ormai il via libera per amministrare e decidere della vita e del destino, soprattutto economico, delle persone.
Perché, decidere se un pezzo di terra rimanga agricolo, oppure sia destinato ad opere di interesse pubblico, o ancora a zone edificabili, senza avere uno straccio di idea della città, quasi senza averne diritto, modifica l’economia, e il portafogli, dei rispettivi proprietari.

Questa cosa non funziona

Questa cosa non ha funzionato e non può funzionare. Qualcuno ha detto che nella prima repubblica le scuole di formazione politica erano i partiti. In realtà, a ben guardare i risultati, anche lì il fallimento è stato assicurato e regalato come eredità alle generazioni future.

Il dissesto

“Si è in stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con la salvaguardia degli equilibri di bilancio”
E così il Comune di Volla è in “dissesto” o ” predissesto”, cioè i debiti dei vollesi ammontano a circa 17 milioni di euro! Ovviamente sì tratta di debiti accumulati.

Ovviamente sì tratta di debiti accumulati nel corso degli anni, risultato di una sproporzione negativa tra ciò che è stato incassato (tasse, imposte e trasferimenti) e ciò che è stato speso, stipendi, erogazione dei servizi, investimenti… Come esempio generale, pare che a Volla poco meno della metà dei contribuenti paghi la tari. E l’altra metà? L’altra metà o non può perché non ha soldi, oppure fa finta di niente. È stata assoldata anche una società per cercare di recuperare i crediti, con scarsissimo risultato.E così con i soldi incassati non sì riesce a far fronte neanche alla metà del costo del servizio.
CONSIGLIO COMUNALE DI MEZZA ESTATE
Per questo motivo è stato indetto un consiglio comunale ad hoc (venerdì 4 prima convocazione, lunedì 7 seconda), vacanze dei consiglieri permettendo. Prendendo in considerazione la relazione dei revisori dei Conti, 30 pagine di bibbia, il primo cittadino, forte della “sua” maggioranza ritrovata (!?) chiederà ai consiglieri comunali di votare il dissesto finanziario?
QUANTO DURA IL DISSESTO?
“Il risanamento dell’ente locale dissestato ha la durata di cinque anni, decorrenti da quello per il quale viene redatta l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato (art. 265)”.
Predissesto o Dissesto sono termini tecnici che comprendono procedimenti amministrativi di difficile comprensione. Per i vollesi se il dissesto viene votato nel prossimo consiglio comunale un solo significato: guai all’orizzonte!.